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ALESSIA MOCAVERO

Dopo il liceo classico sono diventata una veterinaria, a questa professione ho dedicato tutta me stessa per molto tempo. 

Non ho amato da sempre i gioielli ma ho sempre inseguito la passione per arte e design. 

Passione e creatività sono il mio mantra personale che avvolge e spinge ogni scelta di vita. 

Passare dall’essere veterinaria ad essere designer orafa è bizzarro?

No, vivo di passioni. 

Il passaggio è stato innescato da un colpo di fulmine esploso per un gioiello. 

Una parte di me ancora sconosciuta e un opera meravigliosa si sono incontrate. 

Da lì in poi una nuova me e una nuova percezione del gioiello. 

Un oggetto, prezioso per definizione, per la sua natura pregiata ma per me vuoto, senza un’anima, diventa qualcosa che parla alla mia anima, un nutrimento di me, indispensabile. 

Divento creatrice di gioielli. 

I gioielli ormai mi parlano, mi emozionano, mi dirigono in nuovi cammini di vita.

Mi sono formata in parte da autodidatta, in parte seguendo corsi di arte orafa, come la tecnica di microfusione a cera persa, un corso di progettazione e realizzazione del gioiello contemporaneo alla scuola Alchimia di Firenze fino ad approdare nella storica bottega romana dell’artista Fausto Maria Franchi, dove, dopo uno stage di oreficeria artistica contemporanea, continuo la mia formazione respirando l’arte della sua bottega ora nelle sapienti mani del figlio Enrico. 

E proprio qui un cerchio del destino si chiude, questa è la casa dell’autore di quel gioiello del colpo di fulmine che ha cambiato il corso della mia vita. 

Sono entrata con un piccolo bagaglio di nozioni ma con una grande curiosità e fame di apprendere il più possibile sulle varie tecniche di oreficeria, mi sono ritrovata circondata da opere dal sapore contemporaneo, ma in un ambiente dall’ atmosfera antica dove l’apprendimento è quello della bottega artigianale. 

Ho imparato le tecniche orafe ma anche a creare, a scoprire e seguire un’ispirazione, a spogliarmi dai condizionamenti esterni, a cancellare tutte le immagini che ci travolgono continuamente e che ci sporcano. 

Ho imparato a partire da uno scarabocchio su un foglio, da lì fare tabula rasa e sentire la voce dentro di me. 

Da lì cominciare a creare. 

Sono curiosa e audace, sperimento spesso nuove tecniche e materiali diversi. Ovunque posi lo sguardo cerco di cogliere uno spunto capace di ispirare un nuovo progetto.

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